Nido di via Aquilanti, un papà: “Una struttura nuova ma piena di problemi. Il Comune ci ascolti”

(Asilo Nido di Via Aquilanti – Fonte Immagine Romatoday.it)

 Caldo d’estate e freddo d’invero sono solo l’apice di una struttura nata sotto un destino piuttosto triste. Gabriele, padre di due bimbe iscritte in quella scuola, ci racconta quanto si nasconde dietro il nido di Massimina in un’intervista esclusiva per Roma Capitale Magazine.
Ha fatto molto scalpore il caso di un asilo nido, ubicato in via Francesco Aquilanti nel quartiere Massimina nel Municipio XII. Una struttura inaugurata solo due anni fa ma già piena di problematiche strutturali e organizzative. Caldo tropicale in estate, con conseguenti malori, e freddo pungente d’inverno sono solo la punta dell’iceberg, ma dietro c’è molto altro. A rimetterci, come al solito, genitori, bambini, insegnanti e addetti ai lavori, che nonostante mail, telefonate e file agli sportelli del Comune e della ASL, non ricevono risposte concrete. Per capirne di più abbiamo voluto contattare uno dei numerosi papà che hanno i figli iscritti presso questo asilo nido. Si chiama Gabriele Lago, candidato alle ultime elezioni municipali, padre di due bambine che frequentano la struttura di via Aquilanti.

Gabriele, ci può raccontare innanzitutto come è sorto questo asilo nido?
Questo nido è un progetto vecchio, forse c’era ancora Rutelli come sindaco di Roma. Il progetto nasce come palestra, poi trasformato in un asilo nido. È stato inaugurato dalla Sindaca Raggi due anni fa con grande piacere da parte nostra. Però poi, mano a mano, sono usciti fuori problemi, e non pochi.

Negli ultimi giorni si è parlato soprattutto della problematica riguardo il raffreddamento della struttura, che con queste temperature sta divenendo invivibile…
L’impianto di condizionamento è inesistente. Esiste un riscaldamento che ogni inverno ha le sue problematiche, che ogni anno si cerca di risolvere in qualche maniera. Per quanto riguarda la temperatura odierna all’interno del nido, parliamo di una media di 38 gradi, dove ci sono circa 70 bambini e 12 insegnanti, più il personale della multiservizi. 38 gradi i quali, ieri, hanno causato il malore di un bambino, confermato anche dal pediatra di zona, per un colpo di calore, e di un’insegnante pochi giorni fa. Sono temperature all’interno di questa struttura, che è un effetto serra incredibile, dove già dallo scorso anno abbiamo mandato segnalazioni, mail, sia al Municipio, sia alle ASL, sia al Comune. Ma il problema non è mai stato risolto.
Quindi d’inverno c’è il problema opposto?
Sì, infatti. Ogni anno lo stesso problema. L’anno scorso non funzionava più il riscaldamento perché inizialmente dicevano che erano dei fusibili che erano partiti. Poi non funzionava più il termostato della caldaia. Alla fine non si è mai capito il problema e ci hanno messo quasi un mese e mezzo per ristabilire il riscaldamento. Appena aperto, due anni fa, il riscaldamento non funzionava, perché quando è stata installata la caldaia era stata collegata elettricamente in malo modo. Questo fece saltare la centralina della caldaia stessa, nonché della cabina elettrica di zona dove era collegata tutta quanta la scuola. Non so effettivamente se questi collaudi siano stati fatti o meno a questo punto, perché è veramente improponibile una cosa del genere. Ogni anno bisogna lottare per qualche cosa in un nido che ha appena due anni di inaugurazione.
Avete adottato delle soluzioni temporanee per ovviare al caldo. Sono efficaci?
Sia l’anno scorso che quest’anno il problema del caldo c’è stato. Siamo riusciti a far mettere delle tende che riparassero il sole all’interno delle aule. Ma hanno messo delle tende scorrevoli in verticale, tipo tapparella, che se le abbassi ci si salva dal sole ma non si ha più aria all’interno delle aule. Nei giardini esterni non ci sono punti d’ombra per poter far giocare i bambini durante la giornata. Sono state installate pochi mesi fa delle strutture in legno con dei teloni sopra, dove il sole filtra comunque e lasciano un po’ il tempo che trovano. Vengono utilizzati materiali veramente scadenti.
Prima ha citato la multiservizi. Anche in questo ambito ci sono diverse problematiche da risolvere…
La multiservizi ha avuto molti problemi, prima con le lavastoviglie e le sterilizzatrici dei bavaglini che forniscono ai bambini. Malfunzionamenti continui a causa dei materiali per i lavaggi. Una serie di problemi che, fortunatamente, hanno fatto poco scalpore, perché sono durati poco tempo, ma ci sono stati. Uno dei problemi della multiservizi è che i loro contratti sono sempre ballerini e non fanno altro che fare un’infinità di scioperi per i loro diritti, ma che creano disagi notevoli a noi famiglie, che mandiamo i bimbi al nido perché abbiamo un lavoro e delle scadenze da rispettare e, di conseguenza, pagare baby sitter o stressare i nonni per tenere i bimbi, perché scioperando fanno sì che la scuola chiuda prima o apra in ritardo. Problematiche di questo genere. Io sto comunque con la multiservizi e spero di, anche tramite questa intervista, poter aiutare le dipendenti a trovare una soluzione con la loro azienda.
Indagando più a fondo è emerso che ci sono stati problemi anche per la richiesta per il mese di luglio, che si fa di solito durante l’iscrizione per l’anno successivo in modo da poter reclutare per tempo il numero di insegnanti necessarie e capire quali e quante strutture tenere aperte. Ci può spiegare in dettaglio cosa è successo?
Per il mese di luglio viene fatta la richiesta già durante l’iscrizione dell’anno successivo, dove si prenota il posto e in base alla quantità di bambini vengono poi chiamate le insegnanti, che sono di solito le supplenti, a dare la disponibilità per il mese di luglio, suddividendo queste insegnanti per i vari nidi che verranno aperti in base alla quantità di domande. È stata fatta una graduatoria, perché le richieste per il mese di luglio erano superiori alla quantità di bambini che poteva tenere ogni insegnante, che veniva affidata al nido. In realtà le insegnanti del Municipio XII non erano mai state chiamate. È normale che non diano disponibilità se non le chiami. Quello che mi riferì l’Assessore del suddetto Municipio, che si occupa dell’educazione scolastica, Fabiana Tomassi, è che le insegnanti erano state chiamate dai suoi uffici e nessuna aveva dato la disponibilità, al che, sembrandomi alquanto strano, feci una ricerca, trovando una pagina facebook cui sono iscritte queste insegnanti. Parlando con alcune rappresentanti, queste mi dissero che non erano state chiamate dal Municipio, né dal dodicesimo né da quelli limitrofi. Riparlando con l’Assessore Tomassi, ella mi disse che non fosse possibile questa cosa e che gli uffici avevano chiamato. Sempre nel giro di 48 ore, presi contatto con delle insegnanti, mi feci dare i numeri di telefono privati e rimediai una quarantina di numeri di telefono. Quaranta insegnanti nel periodo di luglio riescono a gestire circa 4/5 nidi. 4/5 nidi significano posti per tutti i bambini del mese di luglio. Tornai dalla sig.ra Tomassi, dicendo di invitare le dipendenti dei suoi uffici a chiamare queste insegnanti in mia presenza. Fecero così e tutte le insegnanti diedero questa famosa disponibilità per lavorare a luglio e risolvendo il problema.
Oltre il danno, pure la beffa sull’orario effettivo di permanenza dei bambini al nido…
Io pago, come da iscrizione, dalle ore 07:30 del mattino alle ore 17:00 del pomeriggio. Sono obbligato a portare le mie bambine al nido dalle 07:35-07:40 e andarle a riprendere alle 16:40-16:50 perché le insegnanti, se timbrano alle 17:05 o alle 07:25, quei minuti di straordinario non gli vengono riconosciuti. Loro all’interno del nido devono arrivare prima dei bambini per potersi cambiare, però se loro entrano alle 07:20 nel nido per potersi cambiare e accogliere i bambini alle 07:30 del mattino, se in quei 10 minuti loro scivolano all’interno della scuola e si fanno male, non gli viene nemmeno considerato infortunio sul lavoro, oltre a non essergli pagato lo straordinario. È una cosa che non sta né in cielo né in terra. Io con due bambine e tre anni a testa di nido, quindi 6 anni totali, ho pagato dalle 07:30 alle 17:00, perdendo di fatto circa 20 minuti di nido ogni giorno, in 3 anni per due bambine. Quindi quanti soldi dovrei recuperare, considerando ogni giorno 20 minuti in meno di servizio?
Lei ha mai ricevuto risposte dagli organi competenti, ASL e Comune nello specifico?
No, assolutamente. Non sono riuscito a ottenere risposte da nessuno dei due. Solo quest’anno, dopo le varie segnalazioni già da metà maggio, siamo riusciti, quasi dopo un mese, a far intervenire la ASL, che ha appurato la temperatura altissima all’interno del nido. Questo, gioco forza per noi, per continuare la lotta per rendere più vivibile questo nido. Però una risposta sola della ASL in due anni, nulla di più.
Vorrebbe dire qualcosa al Comune di Roma?
Vorrei fare un appello al Comune e al Municipio, nella persona della Presidentessa Silvia Crescimanno, che in tre anni ha fatto grandi cose per il Municipio XII ma solo nella zona di Monteverde. La Massimina è completamente sconosciuta per lei. Quindi, chiedo sia al Comune, sia al Municipio di controllare il quartiere di Massimina e di aiutarci, soprattutto, a sistemare questo nido perché è nuovo, ha due anni di apertura e tutte queste problematiche non sono accettabili.
Una situazione ben più complessa, dunque, del solo problema di temperatura d’estate e d’inverno, già estremamente grave e preoccupante. Noi andremo avanti nella questione, invitando chiunque abbia qualcosa da dire in merito a contattarci.
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Redazione

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