Il 12 dicembre sciopero degli operatori educativi per l’integrazione degli alunni disabili
L’operatore educativo per l’autonomia e la comunicazione rappresenta una professionalità importante per facilitare l’integrazione scolastica dell’alunno con disabilità nell’ambito delle attività formativo-didattiche, dell’autonomia personale e della socializzazione e cura in team con le altre figure educative e assistenziali, gli aspetti dell’apprendimento, della comunicazione e della interazione-relazione. L’operatore educativo trova collocazione nel campo pubblico e privato scolastico. Il servizio è, normalmente, affidato a società cooperative e non a seguito di istruttorie pubbliche o in campo privato.
Queste figure professionali non sono dipendenti del Comune di Roma, ma vengono gestiti dalle cooperative, come purtroppo capita frequentemente in questi ultimi tempi, con evidente precarizzazione del rapporto di lavoro e minori tutele e garanzie per il lavoratore.
Negli ultimi mesi il Comitato AEC, che sostiene questi lavoratori, ha raccolto circa 12.000 firme per chiedere al Comune l’internalizzazione del servizio, con l’assunzione dei lavoratori, invece dell’affidamento dell’appalto alle cooperative, con eliminazione di intermediari e stabilizzazione e maggiori diritti per i lavoratori.
La delibera di iniziativa popolare, tuttavia, non è stata ancora presentata in Assemblea Capitolina, per questo, lo scorso 5 dicembre il Consiglio del Municipio XIII, dopo i Municipi V, III, XIV e VIII, ha approvato una mozione che sostiene il percorso proposto dagli operatori che assistono i ragazzi con disabilità, chiedendo la reinternalizzazione del servizio.
A tal proposito il prossimo 12 dicembre alle 10,00, è stato indetto uno sciopero, con una manifestazione a Piazza del Campidoglio, da parte dei sindacati e delle associazioni che si battono per i diritti di questi lavoratori, per chiedere una revisione di questo sistema di appalti alle cooperative, che costituisce soltanto un sistema per precarizzare questi lavoratori e per garantire loro meno diritti dei dipendenti comunali, che fanno lo stesso lavoro e a cui quindi meriterebbero di essere parificati.