Conversation Piece, Part VI a Roma Fondazione Memmo
Le nuove sinergie dell’arte contemporanea nell’ottica del “nuovo realismo” con la mostra “Conversation Piece, Part VI, La realtà è ciò che non scompare quando smetti di crederci” a cura di Marcello Smarrelli, che apre al pubblico il 15 gennaio 2020 negli spazi della Fondazione Memmo a Roma dvoe sono protagonisti gli artisti Corinna Gosmaro, Philippe Rahm, Rolf Sachs
Lo scenario dell’arte contemporanea nel suo restituire aspetti legati al quotidiano di una società con le sue contraddizioni, viene riproposto dalla Fondazione Memmo facendo riferimento all’attività delle Accademie ed istituti di cultura stranieri a Roma dando così spazio al lavoro di giovani artisti provenienti da tutto il mondo che proprio presso queste istituzioni approfondiscono e completano la loro formazione. Si tratta del progetto “Conversation Piece Part VI” nuovo appuntamento del ciclo di mostre, a cura di Marcello Smarrelli, dedicate agli artisti italiani e stranieri temporaneamente presenti a Roma. presso la Fondazione Memmo (a Roma Via Fontanella Borghese, 56b). In questo appuntamento la mostra con sottotitolo “La realtà è ciò che non scompare quando smetti di crederci” vede quali protagonisti i tre artisti Corinna Gosmaro (artista, CRT Italian Fellowship in Visual Arts presso l’American Academy in Rome), Philippe Rahm (architetto, borsista presso l’Accademia di Francia – Villa Medici nel 1999/2000 e attualmente residente a Roma) e Rolf Sachs (artista e designer svizzero, che ha da poco stabilito il proprio studio a Roma).
Nel rappresentare un’occasione di confronto e di dialogo con Roma, la mostra aperta dal 15 gennaio al 22 marzo 2020, si propone come momento di discussione tra personalità artistiche differenti tra loro nell’intento di far convergere energie, saperi e metodi diversi in un unico evento espositivo. A dare l’idea per la realizzazione di questo percorso espositivo sono state sia la ricerca tra architettura, arte e design volta al “nuovo realismo” portata avanti dall’artista Philippe Rahm (Pully – Svizzera, 1967) sia alcune sue conversazioni inerenti questo aspetto che si lega alla visione positivista del reale ancorata alla concretezza degli oggetti come sottolineato dallo scrittore Philip K. Dick, nel suo saggio “Come costruire un universo che non cada a pezzi dopo due giorni” (1978-1985). Entro una visione in cui agli oggetti viene restituita una certa influenza nel cambiamento, fanno riferimento le opere in mostra che tra scultura, installazione, pittura e design, restituiscono fiducia negli oggetti anche quelli di uso più comune, capaci di incidere sul reale attraverso l’uso di tecnologie e diverse lavorazioni e assemblaggio di materiali.
Se Philippe Rahm, noto per le sue innovative teorie sull’architettura, in linea con i principi della termodinamica, con l’opera “Climatic Apparel”, testimonia come si possa incidere sul reale attraverso l’unione di tecnologie, studio dei materiali e formalizzazione estetica, Corinna Gosmaro (Savigliano – Italia, 1987) attraverso l’installazione “Aria calda”, dimostra come il dato reale possa costituire il senso più profondo di un’opera d’arte, e ancora Rolf Sachs (Losanna – Svizzera, 1955), da’ risalto alla componente manuale e alla sperimentazione sui materiali a partire da oggetti di uso quotidiano o elementi naturali trasformati o disassemblati.
“Climatic Apparel” due capi d’abbigliamento unisex, realizzati da Philippe Rahm in collaborazione con la socia Irene D’Agostino e con il brand francese About a Worker, progettati in modo tale da essere in grado di reagire alle condizioni atmosferiche, richiamano il tema dei cambiamenti climatici, campo di ricerca dell’artista da diversi anni. In questa opera vengono esaltate le proprietà tecniche dei tessuti entro un set che riproduce la variazione di luce stagionale – invernale ed estiva, come sottolineato dalla sfilata performance con due modelli svoltasi durante l’inaugurazione lo scorso 14 gennaio. Attraverso l’installazione “Aria calda” di Corinna Gosmaro, viene dimostrato come il dato reale sia il senso più profondo di un’opera d’arte. L’opera formata da dipinti realizzati su filtri per l’aria e sculture prodotte con dei corrimani in ottone, fa riferimento a oggetti di uso comune caratterizzati dalla concretezza. Se i dipinti utilizzando le caratteristiche dei filtri restituiscono vaghi ricordi di paesaggi come ripresi da un mezzo in movimento, le sculture in ottone creano architetture ascensionali con cui il pubblico può interagire. Partendo da oggetti presi dalla quotidianità e dal reale, l’opera trattiene riferimenti connessi al loro essere in uno spazio fisico, in particolare il passaggio dell’aria e delle persone.
Oggetti di uso quotidiano ed elementi naturali, trasformati e disassemblati sono alla base del lavoro di Rolf Sachs volto alla manualità e alla sperimentazione sui materiali. Aspetti questi di cui ha dato dimostrazione durante l’inaugurazione allestendo un temporaneo studio fotografico dove ha realizzato ritratti dei visitatori, subito stampati e appesi a parete, sì da renderli artefici e partecipi quale soggetto della stessa opera d’arte. All’ingresso i container colorati servono a chi entra per liberarsi di uno stato d’animo negativo attraverso il gesto del gettare un rifiuto entro uno degli stessi contener. Nell’ambito della mostra sono diverse le attività previste come quella che si svolge all’Istituto Svizzero di Roma il 15 gennaio 2020 alle ore 18-00 dove l’artista Philippe Rahm e il filosofo Maurizio Ferraris si confronteranno proprio sui temi della mostra e dell’installazione di Rahm. Inoltre sono previsti laboratori creativi rivolti ai bambini dai 4 agli 11 anni, il cui ricavato sarà interamente devoluto alla Fondazione Theodora Onlus.
Conversation Piece, Part VI
La realtà è ciò che non scompare quando smetti di crederci
Corinna Gosmaro, Philippe Rahm, Rolf Sachs
a cura di Marcello Smarrelli
Assistente curatore: Saverio Verini
Fondazione Memmo,
Via Fontanella Borghese 56/b, 00186 Roma
Orario: tutti i giorni dalle 11.00 alle 18.00 (martedì chiuso)
Dal 15 gennaio al 22 marzo 2020
Per informazioni: nfo@fondazionememmo.it, www.fondazionememmo.it
Ingresso libero