Kobe Bryant, la sua morte e quella della figlia GiGi commuovono il mondo
La torre di controllo al pilota dell’elicottero: «Attenzione, stai volando troppo basso». Poi lo schianto
Gli americani provano a farsi coraggio dopo la morte di Kobe Bryant, 41 anni, e della sua secondogenita, la tredicenne Gianna, detta Gigi. In tv, sui siti, su Twitter rimbalzano, da una città all’altra, le immagini di un Paese in lutto. Il sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti ha fatto illuminare il City Hall, il municipio, con i colori dei Los Angeles Lakers, la squadra del grande campione di basket. Le luci sono rimaste accese anche altrove. Al Madison Square Garden di New York, al Mercedes Benz Stadium di Atlanta, allo United Center di Chicago.
In Italia ha vissuto tra i 6 e i 13 anni, qui ha imparato i fondamentali della pallacanestro. Da Rieti a Reggio Emilia, passando per Reggio Calabria e Pistoia, seguendo papà Joe. E tornava spesso, anche per visite private ai suoi amici: nel luglio 2013 alle 7 di mattina andò a Cireglio, dove aveva abitato. La passione per Van Basten e due Fantozzi, quello di Villaggio e il giocatore Alessandro. Con il suo italiano fluente disse: “Questo paese lo porto nel cuore”