Un pò di storia dell’Auto Elettrica
di Luca Cataldi.
Qualcuno si stupirà nell’apprendere che Nonna Papera, personaggio Disney apparso nel 1943, guidava un’automobile elettrica realmente esistita e, per la precisione, una Detroit Electric Model 47 del 1914.
Questo excursus nel mondo dei fumetti per dire che l’auto cosiddetta “elettrica” non è un’invenzione moderna, anzi… Ha, infatti, una storia i cui primordi risalgono alla seconda metà del XIX secolo. Allora l’obiettivo dei costruttori non era certamente quello di trovare una soluzione al problema dell’inquinamento prodotto dal traffico veicolare, soprattutto urbano, che attanaglia invece oggi la nostra amata Capitale e che ha trovato un’ulteriore fortissimo eco con lo scandalo denominato “Dieselgate”.
Improvvisamente si è quindi cominciato a cercare un’alternativa ai motori a combustione interna guardando proprio alle “vecchie” automobili elettriche.
Quando si parla di automobili elettriche è necessario fare chiarezza sui termini che vengono utilizzati poiché la parola “elettrica” viene spesso e volentieri usata in modo non corretto. Si tende cioè a generalizzare indicando diverse tipologie di automobili con un solo termine. Esistono, infatti, differenti varianti a livello di sistemi di propulsione elettrica:
– Elettriche pure o Full Electric (EV)
– Ibride elettriche Full Hybrid (HEV)
– Ibride elettriche Plug-In (PHEV)
– Ibride leggere o Mild Hybrid (BAHV)
Le elettriche pure sono autovetture dotate esclusivamente di uno o più motori elettrici alimentati da batterie ricaricabili.
Ibride elettriche prevedono l’affiancamento di un’unità motrice elettrica ad un motore a combustione interna, il quale svolge anche la funzione di ricaricare le sue batterie. Queste ultime immagazzinano energia anche durante le frenate. Il motore elettrico aiuta il motore tradizionale soprattutto nelle fasi di partenza e accelerazione e può essere utilizzato da solo per tragitti molto brevi.
Le plug-in sono auto ibride con motore termico affiancato da quello elettrico che viene ricaricato collegando il veicolo ad una rete elettrica esterna mediante cavo o wireless. Nel funzionamento solo in elettrico hanno un’autonomia nettamente maggiore rispetto alle ibride tradizionali.
Le mild hybrid rappresentano l’ultima e più economica tecnologia nel campo dell’ibrido. Al motore termico tradizionale è affiancato un piccola unità elettrica con potenza sufficiente a garantire l’accensione dell’auto e a supportare il motore stesso ma non a muovere autonomamente l’automobile.
Sebbene, come abbiamo visto, la storia delle auto elettriche non sia iniziata ieri, il loro sviluppo e la loro diffusione in termini importanti si sono avuti solo di recente. A partire dagli anni ’80 – ’90 del secolo scorso americani e giapponesi, ma anche alcune realtà tecnologiche italiane, hanno creato le prime autovetture elettriche ed ibride prodotte realmente in serie ed accessibili ad un pubblico esteso anche se non molto vasto. Qualcuno ricorderà la Panda Elettra del 1990 che in pochi esemplari circolava a Roma ed in altre città essendo stata acquistata principalmente da enti pubblici. Negli Stati Uniti dal 1996, sempre nelle grandi città, circolava la General Motors EV1
che dell’elettrica aveva anche le forme aerodinamiche spesso non capite quanto necessarie. Nel 1997, poi, la Prius Hybrid della Toyota iniziò a farsi conoscere e ad imporsi un po’ in tutto il mondo aprendo la strada all’auto ibrida-elettrica di tale tipologia.
I vantaggi che hanno favorito il costante aumento della diffusione di auto elettriche ed ibride sono da ricercarsi nel minor costo chilometrico rispetto alle tradizionali vetture con motore endotermico e soprattutto le emissioni zero in luoghi come gli spazi cittadini dove, oltre alle elettriche pure, anche le ibride possono muoversi utilizzando la funzione esclusivamente a batterie.
Oggi, 2020, grazie forse più a grandi investimenti e ad un’offerta di mercato sempre più ampia che ad un non proprio eccezionale sviluppo tecnologico, le automobili elettriche ed in particolare le ibride dei vari tipi si stanno diffondendo anche se a piccoli passi specialmente nelle metropoli come la nostra. La californiana Tesla, con le sue affascinanti e tecnologiche elettriche pure, conduce simbolicamente questa nuova avventura seguita da molti costruttori americani, asiatici ed europei spesso più propensi all’ibrido.
Non è difficile scorgere nel traffico romano qualche BMW elettrica, Honda Insight, Hyundai Ioniq, Lexus hybrid, Nissan Leaf, Renault ZOE, Smart elettrica, Suzuki Ignis mild hybrid, Tesla Model S, Toyota e Volvo hybrid e hybrid plug-in, in attesa di vedere le novità di chiaro stampo cittadino in uscita sul mercato come Fiat 500E e Lancia Ypsilon mild hybrid.