Sevilla 2 – Nessuno 0
Fine di un torneo, fine di una gestione societaria che come la squadra messa in campo contro il Sevilla è stata inguardabile.
Bye bye Pallotta, finalmente nove anni di nulla vanno messi in archivio, anche se da archiviare, non c’è praticamente niente.
L’inconsistenza di una squadra, specchio della società che la gestisce, si è manifestata tutta in 90 minuti pessimi, umilianti per dei tifosi che hanno per quasi un decennio sperato di essere partecipi di un progetto che mai ha visto, non dico la fine ma almeno un percorso che non sia stato sempre messo in secondo piano dal solo e unico obiettivo, lo stadio.
La partita ha visto un’inconsistenza tecnico tattica da far accapponare la pelle, una squadra qualsiasi di un nostro campionato dilettantistico avrebbe fatto più bella figura, avrebbe mostrato i denti, avrebbe venduto cara la pelle.
Niente di tutto questo, qualche accenno di nervosismo non giustifica l’opacità di una prestazione che ci spingerebbe a dire “Tutti via!” rifondiamo dalle macerie e vediamo che succede.
Non ci sono punti fermi, non ci sono certezze, c’è solo la speranza che questa nuova gestione capisca che il calcio è uno sport emozionale, che nacque dalle passioni dei sostenitori, che su qualsiasi terreno si giocasse, fosse anche un campo di patate, la gioia di condividere le storie che si materializzavano sul rettangolo di gioco era il fine ultimo.
Oggi si pensa al guadagno, allo stadio di proprietà, al bilancio e si è perso di vista l’entusiasmo, i cori, i sacrifici che ognuno fa per partecipare insieme a un evento che non è mero spettacolo, ma un momento di aggregazione e di obiettivi comuni.
Forza Roma.