Pd, Zingaretti invia la lettera di dimissioni alla presidente Cuppi: “Nessun ripensamento”
Nonostante le richieste di ripensamento, Zingaretti sembra intenzionato a guardare avanti senza tornare sui suoi passi. “Mi vergogno che nel Pd da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid”, le sue motivazioni, da lui stesso definite un “atto d’amore” per il suo partito.
E adesso? “Qualsiasi scelta farà l’assemblea la rispetterò – dice oggi a margine di un evento a Roma – No, non è un tema di ripensamento che non c’è e non ci sarà. Piuttosto penso debba essere il gruppo dirigente a fare un passo in avanti nella consapevolezza di avere un confronto più schietto, franco e plurale ma anche solidale sul ruolo del Pd, i valori di riferimento, la nostra idea dell’Italia e dell’Europa. Io non ce l’ho fatta ad ottenerlo. Spero che ora sia possibile”. Un’altra settimana per capire. Per capire se deciderà di ritirare le dimissioni, ipotesi al momento improbabile; se ci sarà un reggente, che potrebbe essere Roberta Pinotti o se partirà la sfida tra Stefano Bonaccini e Andrea Orlando. O, se alla fine il governatore del Lazio lascerà la Regione (dovrebbe restare fino al 2023) e sceglierà la sua città, candidandosi a sindaco di Roma.