Motori: MICROCAR, DAL DOPOGUERRA AL …FUTURO!
a cura di Luca Cataldi
Qualcuno ricorderà la piccola Isetta, la microcar prodotta dall’italiana Iso Rivolta di Bresso a partire dal 1953 e poi su licenza dalla BMW fino al 1962.
Pochi invece conosceranno le tedesche come Messerschmitt, Goggomobil e Fuldamobil o la britannica Peel che negli anni ’50 permisero a molti europei di non “congelarsi” su moto e scooter e di provare la sensazione di viaggiare su una macchina vera… o quasi.
Se gli epigoni degli anni ’70 come la Sulky dell’italiana Casalini, quando ormai la motorizzazione di massa era in gran parte compiuta, furono gli ultimi esempi di questo tipo di vetturette, i decenni seguenti hanno proposto una loro rinascita ma sotto altre vesti e con target diversi.
Lo hanno dimostrato dagli anni ’90 ad oggi quelle che mi permetto di definire “macchinine per bambini”, ossia le microcar che hanno finora riempito le grandi città italiane con i loro rumorosi e vibranti motorini diesel.
Hanno costituito in parte uno status-symbol per quattordicenni di buona famiglia e in parte l’unica soluzione di mobilità per chi, per motivi vari, non voleva o non poteva guidare un’auto normale.
Oggi il futuro che abbiamo davanti, che si va delineando ogni giorno di più, è quello delle microcar elettriche. Non parlo dell’attesa elettrificazione dei quadricicli leggeri francesi ed italiani appena citati, ma delle vere e ben più importanti novità che ci aspettano già da quest’anno 2021.
La Citroen, sulla scia dell’idea dei quadricicli leggeri e seguendo una tradizione che ha nella 2CV uno dei più fulgidi esempi di semplice ed economica vettura per tutti, ha da poco messo in vendita, solo online, la piccola Ami elettrica. Una microcar che, riprendendo il nome di un’altra storica Citroen, ha l’obiettivo dichiarato di essere un’alternativa minimal alle nuove elettriche, anche utilitarie, ma certamente non economiche come lei.
Post-production : Astuce Productions
Al pari della microcar Zundapp Janus del 1957 presenta una forma bi-fronte per ragioni non tanto estetiche quanto di semplicità e, quindi, economicità costruttiva. Fronte e retro sono praticamente uguali e gli sportelli lato destro e sinistro sono costituiti dallo stesso pannello montato su un lato a vento e sull’altro controvento. Il motore è ovviamente elettrico da 6 Kw, ricaricabile in 3 ore con una normale presa di corrente, e garantisce un’autonomia massima di 75 km di percorrenza.
Simpatiche le possibilità di personalizzazione estetica sia per gli esterni che per gli interni. La mancanza del climatizzatore rappresenta, forse, l’unica pecca poiché, anche l’assenza di quasi tutti i sistemi di sicurezza, a parte cinture e airbag, non è poi così grave su un’auto con velocità massima di 45 km/h e che non può percorrere superstrade ed autostrade.
Altra novità la cui produzione è prevista iniziare il prossimo mese di settembre 2021 è la Microlino, una microcar elettrica ispirata molto chiaramente alla già citata mitica Isetta. Sarà il frutto della collaborazione tra un’azienda svizzera, la Micro, ed una italiana, la Cecomp. Caratterizzata, come l’Isetta originale, da una portiera d’accesso posta sul fronte sella vettura, sarà omologata come quadri ciclo pesante, quindi con meno limitazioni della diretta concorrente Ami. Al momento non si conoscono potenza ed autonomia del motore elettrico con cui verrà equipaggiata. Lo stile retrò sarà sicuramente una delle caratteristiche che attireranno gli sguardi sulle strade.
I prezzi? A partire da 7.000 euro per la Citroen Ami e da circa 12.000 per la Micro Microlino, possibili incentivi esclusi.