Dantedì, il Papa e Mattarella ricordano il sommo poeta
Il 25 marzo è il Dantedì, il giorno in cui si celebra Dante Alighieri. Quest’anno doppia celebrazione perché ricorrono i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta.
Lo ricorda anche il Papa. “In questo particolare momento storico, segnato da molte ombre, da situazioni che degradano l’umanità, da una mancanza di fiducia e di prospettive per il futuro, la figura di Dante, profeta di speranza e testimone del desiderio umano di felicità, può ancora donarci parole ed esempi che danno slancio al nostro cammino. Può aiutarci ad avanzare con serenità e coraggio nel pellegrinaggio della vita e della fede che tutti siamo chiamati a compiere”. Sono le parole con cui si conclude la Lettera apostolica “Candor lucis aeternae” di papa Francesco nel VII centenario della morte di Dante Alighieri.
Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riflette sul messaggio e la statura, pur invitando a non attualizzarlo a tutti i costi, perché la grandezza di Dante è nella sua capacità di trascendere il suo tempo “e di fornire indicazioni, messaggi e insegnamenti validi per sempre”. E la sua universalità e bellezza vanno ricercate “proprio nella particolare attitudine di penetrare nel profondo nell’animo umano, descrivendone in modo coinvolgente moti, sentimenti, emozioni”.