Vaccini Lazio, l’assessore D’Amato difende la libera scelta del vaccino da usare.
Da quanto si apprende da una intervista sul sito del Corriere della sera sono stati tante le persone di età pari a 50 anni residenti nel Lazio che la scorsa notte si sono collegati al portale regionale nella speranza che fosse arrivato il proprio turno nella prenotazione del vaccino anti-Covid.
Purtroppo queste persone sono rimaste deluse. «Siamo arrivati alle fasce d’età 55-54 anni e alla fine della settimana apriremo prima a 53-52enni poi a 51-50enni», questi i prossimi appuntamenti fissati nell’agenda della campagna vaccinale, annunciati dall’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato.
Il commissario Figliuolo aveva detto che dalla scorsa mezzanotte tutte le Regioni avrebbero aperto ai 50enni.
«Figliuolo ha dato indicazioni di carattere generale per le fasce d’età 59-50 anni, che poi le singole Regioni hanno recepito. Noi eravamo già partiti da tempo, con una modalità idonea e rodata».
Cosa è successo con le prenotazioni dei 55-54 anni?
«C’è stata una rincorsa ai farmaci Pfizer e sono andati esauriti. Per questo abbiamo posticipato, come consigliato dal Comitato tecnico scientifico, la seconda dose a 35 giorni. In modo da recuperare 100 mila slot per la prima somministrazione».
Questo perché è stata data la possibilità di scegliere…
«Una possibilità che va data e garantita. Non si può obbligare a fare un solo tipo di vaccino».
Accade solo nel Lazio però.
«Noi da sempre mettiamo a disposizione tutti i vaccini che abbiamo, lasciando libertà di scelta, secondo le disponibilità. La parola ultima spetta comunque al medico durante l’anamnesi. Ma è inutile tenerli nei frigoriferi».
In che modo verrà incrementato l’utilizzo di Pfizer?
«Con un numero maggiore di forniture. Da giugno avremo il 30% di dosi in più».
Non andrà quindi a inficiare la vaccinazione di altre classi d’età?
«Non vedo come. Gli over 80 e i fragili sono vaccinati, come buona parte degli over 70 e gli over 60. Non possiamo fermare le vaccinazioni».
E i richiami?
«Per garantire quelli da sempre noi abbiamo accantonato un 30% di dosi».
Qualcuno ha insinuato che questo è un modo per smaltire AstraZeneca, verso cui c’è grande diffidenza.
«Un’insinuazione errata perché tra quelle che abbiamo e quelle che arriveranno entro maggio abbiamo giusto le dosi per coprire i richiami AstraZeneca di 160 mila tra operatori delle forze dell’ordine e personale scolastico».
Quanto è reale lo scetticismo che sembra emergere verso questo vaccino?
«Molto reale e Aifa (Agenzia italiana del farmaco, ndr) ha grosse responsabilità. Ha generato incomprensioni tra i pazienti e ridotto la platea per le Regioni. Invece è sicuro: dall’ultimo rapporto Pfizer ha registrato 328 eventi avversi su 100 mila somministrazioni, mentre AstraZeneca 309».
E verso Johnson&Johnson?
«Meno. Questo vaccino monodose consentirà la vera accelerazione alla campagna vaccinale. Quando sarà il mio turno io farò questo. Come si dice a Roma: ’na botta e via».
Fonte: Articolo tratto dal sito del Corriere della Sera