C’è chi dice no.
Dormienti e intorpiditi davanti agli smartphone, le giornate trascorrono spesso ovattate e l’interesse verso quello che ci circonda è soffocato.
Ci sono però persone, che hanno dentro di loro grande ardore ed energia, una sensibilità tale da non lasciarli quasi mai indifferenti alle questioni che determinano la loro quotidianità e quella della gente che li circonda. Vogliono partecipare, farsi sentire, rispettare, non tacere ma agire e portano avanti le loro battaglie con una forza trascinante.
Alessandro Di Battista è una di quelle.
L’impeto, per nulla sguaiato , con il quale esprime le sue e idee e accende la discussione impressiona.
Quando lo senti parlare o rispondere a qualche domanda del giornalista (spesso conformista) di turno, anche se la pensi diversamente da lui, sicuramente ti colpisce o incuriosisce. Perché in cuor tuo ti rendi conto di stare assistendo a qualcosa di veramente raro nel panorama politico e mediatico: una persona (in questo caso un comune cittadino), che va controcorrente e che ha il coraggio di mettere in discussione persone e sistemi molto forti, ormai consolidati, che incidono sulla società.
Ieri 30 Novembre, a Siena c’è stata la prima tappa del suo tour politico denominato “Su la testa”. Molte le persone che hanno partecipato. Si è parlato di tanti temi, tra cui ,quello molto caro alla città, relativo alle sorti del la banca del Monte dei Paschi di Siena.
Ad accompagnare Di Battista sul “palco”, anche Alessio Villarosa, del gruppo Misto, ex deputato del Movimento 5 Stelle.
Proprio il Movimento 5 Stelle, che ha rappresentato per Di Battista e per tanti italiani la possibilità di cambiare le cose e che con la sua forza dirompente era riuscito, come una vite, a entrare all’interno di quelle istituzioni troppo spesso scenario di indecenze.
Quel movimento ha sicuramente migliorato la qualità della politica italiana nel suo complesso. Perché ha fornito alle istituzioni persone oneste, di buona volontà, che vedevano nella politica una missione per migliorare la vita delle persone e non per arricchirsi personalmente. Non bisogna mai dimenticare che tutti gli eletti del Movimento 5 Stelle si dimezzano lo stipendio autonomamente, destinando questi soldi all’aiuto di categorie in difficoltà. Già questo è un atto di ottima politica.
Un movimento però che, per demeriti propri e per l’azione del sistema partitico, con la complicità di molti mezzi di informazione, è stato col tempo arginato. Non riuscendo a dar vita alla rivoluzione del sistema all’inizio sperata.
Di Battista rappresenta forse il battito cardiaco ancora vigoroso del vecchio movimento. Un battito però, che ha deciso di cambiare corpo.