Dove sono il cavallo e il cavaliere?

Dove sono il cavallo e il cavaliere?

Dove sono il cavallo e il cavaliere? Dov’è il corno che suonava? Sono passati come la pioggia sulle montagne. Come il vento nei prati. I giorni sono calati a ovest dietro le colline, nell’ombra. Come siamo giunti a questo?

Proprio come recitava Re Theoden nel secondo capitolo del Signore degli anelli prima della battaglia contro gli eserciti del male. Come siamo giunti a questo? Come siamo diventati così aridi nel pensare che l’unica soluzione a una controversia sia solo l’invio di armi sempre più forti, sempre più potenti. Come si fa a non pensare che dietro a ogni scheggia, proiettile e bomba lanciata ci sia una persona, una vita? Russa, ucraina, belga, palestinese, che importa?  Cosa ci ha incattivito così tanto da secernere così tanta bava alla bocca da bramare, quasi godere che in un conflitto una persona o un paese cada per forza? Dov’è finita la mediazione? Il negoziato? La voglia di portare la pace perché si è veramente in grado di mettersi nei panni di quelle milioni di persone che della guerra, del  Donbass, della Nato, dell’Unione europea, non importa assolutamente nulla e vogliono solamente vivere la propria vita serenamente e in libertà? A proposito, qualcuno ha chiesto ai milioni di ucraini, alcuni dei quali già scappati dal paese o  rinchiusi in casa o in degli  scantinati, con la costante fottuta paura di morire, se vogliono resistere e imbracciare le armi contro un esercito? Oppure TUTTI gli ucraini sono dei partigiani convinti?

A me sembra solo che poche persone, estremamente aride, cieche, poco intelligenti e ciniche stiamo decidendo per conto di milioni, anzi miliardi. Forse la democrazia rappresentativa ha ormai irrimediabilmente mostrato la sua inadeguatezza e pericolosità.

Dice bene Di Battista, intervenuto nel programma “Di Martedì” l’altra sera (più che un programma un contenuto un pò circense in stile Don’t look up), che rispondendo a un Tabacci più democristiano che mai, che cercava di sminuire la politica dei 5 Stelle degli anni scorsi, tirando ancora in ballo l’incontro avvenuto tra Di Maio e lo stesso Di Battista con i Gilet gialli (cercando di insinuare che i Gilet rappresentavano e rappresentano solo piccole frange violente e non un movimento di milioni di cittadini comuni incazzati contro l’élite) ha dichiarato:

Draghi e politica estera, confronto tra Di Battista e Tabacci
Foto La7.it

Voi che continuate a delegittimare i populisti in ogni modo, non fate altro che dargli benzina.  Se volete contrastare quello che definite populismo, dovreste migliorare le condizioni di vita dei cittadini, migliorare lo stato sociale, SMETTERLA DI INVESTIRE IN ARMI E AUMENTARE I DENARI DA INVESTIRE NELLA SCUOLA E NELLA SANITÀ“.

Alessandro Frattaroli

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