Leggendo “Oltre ogni errore”, di Tiziana V. Paciola
Succede qui di venire strattonati dal caos come dal piacere; che una volta che ti manifesti come fautore della sopravvivenza di un tuo simile, ne assumi la rilevanza.
Impossibile definire il corso degli eventi all’ascolto del cuore, ugualmente non ha senso rifiutare di andare avanti privandoci dei sentimenti.
Chi ha salvato Bianca sembra cordiale, che si muova in maniera del tutto mite… ma non ignaro di come le casualità avvicinino lui come chiunque altro a una sorte imprescindibile.
L’intrigo verte sull’intento di procacciarsi esseri complicati, e la motivazione sta nel farsene infine un vanto ineguagliabile.
La situazione emotiva si rende dura alla ricerca di una persona per stare insieme, e godere così di quel che la vita offre di meraviglioso.
Roba che nella realtà prendiamo sonno invece, mentalmente vicini ma lontani, con un limite a erigersi tra di noi, sottilissimo.
Bianca provava invano a capire come mai quest’uomo le stava appresso mentre poteva tranquillamente conquistare tante e diverse donne con pochi e calibrati gesti.
Un’attrattiva fatta a maschio la rendeva inerme, come se costretta a soddisfarla e a fagocitare così l’acerrimo sospetto.
Domiziano si era messo in testa di conquistarla, a costo di risultare folle completamente, implorando alla propria vita di riprendere un cammino, di ricevere una sorpresa.
Lui rischiava eccome di cadere nel torto con tutte le sue debolezze dicendole il falso, cercando in lei disperatamente quella fonte affettiva, più lucente di qualsiasi cosa che ne sarebbe derivata.
Purtroppo l’accantonamento in toto dell’età dell’innocenza, rivelatasi invece funesta essendo stato abbandonato da veri e falsi genitori, lo travolgeva come un ostacolo insormontabile.
Insomma, solo Bianca si prende il lusso di attaccarlo… ma anche di non dargliela vinta?
Il desiderio di abbandonarsi nell’altra metà sconfina, trasgredendo le regole dettabili per degnarsi di appartenere alla vita.
Nel romanzo i sentimenti si elevano al naturale, per un depuramento di contenuti prettamente rabbuiati, e l’autrice cerca di deliziare servendo al lettore dei brividi caldi.
Secondo la Paciola il disastro è presto fatto, al momento che si decade per degl’indegni riferimenti, col rovesciamento dei sentimenti da un punto di vista sia strumentale che umano.
Notevole il contributo finale di Elisabeth alias Brianna, capace di far andare oltre l’immaginario i lettori focalizzandosi strenuamente, come una conduttrice tv che (non) si rispetti, sulle amorose volontà che si riservano le parti in causa, originate dalla penna di Tiziana, accentuata dunque a tutto tondo.
Benché ci sia una coppia di soggetti sensibili all’incorporea morsa del fato, che può risultare in perenne crisi, ma che la Paciola la racconta alla riprova di una condensazione esemplare.