“Statistiche per la parità” alla Provincia di Ravenna
Ravenna, 25 novembre. Stamattina, come direttore dell’Ispettorato del lavoro di Ravenna e Forlì-Cesena sono intervenuto al convegno “Statistiche per la parità”, organizzato dalla Provincia di Ravenna e dalla Consigliera di parità di Ravenna, con la partecipazione dei centri antiviolenza, dell’Agenzia regionale per il lavoro, di fronte a diverse V classe superiori, presenti e collegate via internet.
Ho iniziato partendo da lontano, con un richiamo al rispetto di ogni forma di vita sulla Terra, che passa anche per la conoscenza di ogni essere vivente, per comprendere l’individualità di ognuno, superare concetti di “razza” e di “esseri superiori”.
Poi un appello ai ragazzi, a riflettere sul fatto che maltrattando una donna questa non tornerà con noi se ha deciso che la storia è finita, un’esortazione alla dignità, dopo che è finito un rapporto inutile pedinare la propria ex ragazza, ex moglie, ex compagna, quello che si può fare è rimanere amici, o ignorare completamente la persona che ci ha lasciato, per liberare la mente e prepararla ad essere felice di nuovo, insieme a qualcun’altra. E poi a riflettere: ma veramente si può volere bene a una persona se invece la si maltratta, la si umilia, oppure non è senso di possesso, come utilizzare un’automobile e poi metterla in garage, o un oggetto e poi riporlo in un cassetto.
Un’esortazione alle ragazze, ad essere non solo forti, ma anche a dimostrarlo, perché la prevaricazione del vigliacco, del codardo e vile che le maltratta monta piano piano, prima alza la voce, poi alza le mani, poi la tragedia, allora un’esortazione a farsi valere, a stare a testa alta, a mollare il violento prima che lo diventi veramente, a non credere che ci controlla i movimenti, i messaggi sul telefonino sia una persona che le vuole bene, non è così. Un’esortazione a non volere il tizio con il vestito firmato, la moto bella, il più brillante, che poi magari le lascia nel momento del bisogno, della malattia, come un oggetto consumato che si butta in una discarica. Magari poi non le versa i soldi per i figli o le manda in casa gli avvocati e gli assistenti sociali a dimostrare che è lei che non gli dà da mangiare, che non li va a prendere e portare a scuola, per contenderseli, arrivando a farla seguire dagli investigatori privati.
Un’esortazione agli insegnanti, magari a margine di una lezione di stechiometria o di termodinamica, fare un po’ di educazione sentimentale, importante magari più di quella sessuale, raccontando proprie avventure o disavventure, e come ne sono usciti fuori, con maturità, con dignità.
Poi l’illustrazione di quanto l’Ispettorato del lavoro fa per le convalide dimissioni delle lavoratrici madri e anche dei padri, per verificare che non siano date in bianco e che la volontà di dimettersi sia effettiva, e qualche numero su queste convalide, che sono leggermente aumentate negli ultimi due anni, arrivando a circa 500 l’anno nella Provincia, suddivise in circa 1/3 tra gli uomini e 2/3 tra le donne.
Poi un’esortazione a tutti i ragazzi alla dignità del lavoro, a non accettare compromessi al ribasso, lavoro in nero e illegalità, per non scadere loro come persone e per non far scadere tutto il mercato del lavoro.
Ci sono poi stati i commoventi e preoccupanti interventi delle rappresentanti dei centri antiviolenza e i numeri dell’occupazione femminile della rappresentante dell’Agenzia regionale del lavoro.