La famiglia è sempre la famiglia
“Proteggi i nostri figli puri nella vita quotidiana
e salvali dall’odio e dal potere”, recitava Venditti in una nota canzone. Io la rivisiterei così: “e dal rischio di non prendere più soldi da uno Stato estero”.
Proprio non ci riescono. L’istinto di conservazione del proprio status quo e dei loro privilegi, attuali o potenziali, ha sempre la meglio sulla possibilità di elevare la politica in qualcosa di più nobile e giusto, che dia finalmente un’immagine diversa da quella che descriveva Gaber in “Se io fossi Dio”: “ la politica è schifosa e fa male alla pelle”.
Nonostante tutte le dichiarazioni rilasciate a sfavore, nonché lo sdegno espresso, da praticamente tutto l’arco istituzionale, verso la possibilità che un parlamentare della Repubblica in carica (ogni riferimento è puramente casuale) prenda soldi da uno Stato estero, al momento della verità, quando c’era da votare per far finire questo scempio, appoggiando la proposta di legge sul conflitto di interessi proposta dal M5S, tutti hanno votato contro e il PD si è astenuto.
Ma come si può accettare tale incoerenza? Capirla, darle un significato? Sentirsi presi in giro e allo stesso tempo non prendersela troppo sul personale? A volte alcuni comportamenti, non solo mettono alla prova l’umana capacità di comprensione, ma riescono a farti venir su, dall’esofago, un reflusso incontrollabile di rabbia, sdegno e frustrazione che cerchi di urlare contro qualcuno per essere ascoltato… Ma non trovi mai nessuno.
Una questione morale oltre che politica. Visto che, spesso, gli Stati esteri coinvolti nell’elargizione di denari a parlamentari in carica, sono spesso regimi dittatoriali che si macchiano della più cinica soppressione dei diritti delle persone e, a volte, anche di crimini efferati.
Forse aveva veramente ragione Gaber.