ABC Donna
Intervista su ABC Donna a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo
D. Quando è nata in te la passione per il mondo delle illustrazioni?
R. Fin da piccola mi sono sempre accompagnata con un taccuino per disegnare e prendere appunti.
Da grande, come architetto, avevo voglia di esprimermi raccontando e l’ho fatto con i miei strumenti: disegni minimali e poche parole, spero con un linguaggio efficace.
La collaborazione con Bertoni Editore (PG) è nata nel 2018 con #UMBRA: Ritratti e biografie di 10 Donne eccellenti della storia dell’Umbria ed è proseguita ottimamente fino ad arrivare all’illustrazione di “Ospedale”, poesie di Franco Arminio, nel 2020 e all’ Inbook, di prossima uscita, del V canto della Divina Commedia. Chissà cosa ci riserva il futuro.
D. L’idea di questo libro ha richiesto una lunga gestazione?
R. ABC Donna è stato un progetto partecipato, realizzato in tempi veloci e ispirati con Sara Costanzi e Silvia Imperi. E’ un abbecedario dove ad ogni lettera dell’alfabeto italiano corrisponde un’opera d’arte, cartoline che ritraggono le pin-up degli anni ’50, incastonate e ricamate dentro ai simboli che troppo riduttivamente identificano una donna. Io e Sara abbiamo proceduto spedite, io per le illustrazioni e lei per i testi e quando ci siamo ritrovate, abbiamo scoperto che i nostri lavori si abbinavano perfettamente. Silvia poi ha fatto la magia di dar vita a questo lavoro teatralizzandolo, come fosse un gioco.
D. L’arte, la grafica e la comunicazione quanto tempo occupano settimanalmente nella tua vita?
R. Non seguo una routine. Quando c’è un’idea che mi cerca, la coltivo e cerco di farne un progetto artistico che abbia una sua coerenza. Il senso di quello che ho fatto spesso lo capisco poi, con il tempo e la condivisione con gli altri. Alle volte da un progetto artistico poi ne segue uno grafico e viceversa.
D. Ci puoi raccontare qualche “chicca” che riguarda ABC Donna?
R. Questo libro è anche un gioco e ci siamo accorte che funziona. Durante le presentazioni, nelle mani di Silvia Imperi, attrice, il libro magicamente prende vita. Lei gioca con il pubblico, teatralmente, sotto la guida delle parole e dei simboli che i giovani ragazzi scelgono di volta in volta.
Le presentazioni del libro sono sorprendentemente divertenti, si creano situazioni rocambolesche e tra le risate esplodono i pregiudizi e gli stereotipi.
D. Dove hai trovato l’ispirazione per questo libro? Ti ha insegnato qualcosa?
R. Questo libro è stata un’esperienza di condivisione al femminile che mi ha tirato fuori umorismo e leggerezza. Ho avuto l’idea della pin-up, la cosiddetta donne da appendere e da lì ho poi aggiunto una serie di emoji che rappresentano un’incomunicabilità di fondo. Queste piccole vignette non hanno fatto altro che sostituirsi a una serie di espressioni linguistiche, andando a compensare qualcosa. Tutto ciò è stato messo insieme attraverso un gesto, quello del cucire, che proprio per la sua lentezza, per la sua attenzione ai dettagli, si distacca molto dalla realtà del quotidiano in cui siamo immersi.
D. Essere illustratrici in Italia offre occasioni reali di carriera e guadagni o si è penalizzate rispetto ad altre nazioni?
R. Non posso dire di vivere di illustrazioni. Sono un architetto, un’artista e una docente di arte alla scuola secondaria. Magari all’estero avrei potuto concentrarmi su solo una di queste attività. Ma forse è bello anche così: flessibili e speriamo creativi.
D. Qual è la parte migliore e quella peggiore del mestiere di illustratore?
R. Per parte mia, non considerandolo come un lavoro, m’impegno solo su progetti che sento affini al mio percorso personale e artistico. Capita anche che sia io a cominciare un progetto grafico per poi proporlo all’editore.
D. Cosa vorresti che il lettore si ricordasse di “ABC Donna”?
R. Questo libro-gioco potebbe essere una chiave per arrivare in maniera trasversale a tantissime generazioni e ci piacerebbe che aiutasse ad abbattere gli stereotipi di genere con delle belle risate.
Francesca Ascione
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