Intervista con Patrizia Parlanti
Patrizia Parlanti, nata a Gualdo Tadino, diplomata alla scuola Magistrale come maestra d’asilo, ha lavorato per molti anni in uno studio medico dentistico, professione che ha lasciato per seguire personalmente la figlia Alisia, nata con disabilità. Autrice del libro autobiografico Per Alisia, dedicato proprio alla figlia, ci ha raccontato il suo rapporto con l’arte e la scrittura e i suoi sogni per il futuro.
Quando hai esordito nel mondo della scrittura?
Il mio esordio nel mondo della scrittura risale a qualche anno fa, dal desiderio di dedicare un libro a mia figlia Alisia e quando ho capito che trascinare su pagine bianche i miei sentimenti mi regalava sensazioni di benessere. Era per me una sorta di carezza sull’anima.
Chi sono gli scrittori che hanno influenzato il tuo stile?
Credo sicuramente Nicholas Sparks, il suo modo di raccontare e usare le parole per farne scrittura mi ha da sempre affascinata. Ma ho letto molti altri scrittori sia del passato sia contemporanei: Susanna Tamaro, Luigi Pirandello… e amo molto i poeti, Alda Merini, Paulo Coelho e molti altri.
Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte e nella cultura?
Nella cultura tutto ciò che è novità, anticonformismo, tutto ciò che è crescita, è fonte d’ispirazione, la cultura non posso selezionarla più di tanto, perché non mi basta, mai vorrei essere preparata e sapiente di tutto il mondo culturale, che è vita. Nell’arte, la pittura sicuramente è ciò che più mi affascina oltre alla scrittura, che è inimitabile.
Qual è il progetto che, ad oggi, ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
Riuscire a cambiare il modo di rapportarsi con la diversità della nostra società ancora così ostica verso ciò che non riconosce a sua immagine, non tenendo conto che nessuno di noi è immune dagli sgambetti della vita. E che ognuno di noi è meritevole esattamente allo stesso modo, a ben pensare, il cielo sotto il quale viviamo è uno soltanto e non è giusto creare distanze tra gli esseri umani.
Puoi descriverti usando solo 3 aggettivi?
Sensibile, fragile e determinata. Allo stesso tempo altruista.
C’è una citazione, nel tuo manoscritto, che racchiude in modo esaustivo il tuo pensiero?
Non lasciarti trascinare dalla frenesia di questa vita, dall’idea di perfetto che essa acclama. Non dimenticare mai l’immenso valore delle piccole cose, un solo sorriso può asciugare mille lacrime, una mano tesa può donare mille sorrisi, il più semplice gesto d’amore può affollare un cuore solitario e stanco. L’unica magia che noi possiamo fare amare!
Quali consigli daresti a un giovane che voglia intraprendere, a breve, la strada della scrittura?
Non sono nessuno per dare consigli, ma posso suggerire di credere fortemente nei sogni, in se stessi e di non fermarsi mai alle apparenze o alle prime difficoltà. La scrittura è scrigno di cultura e fa bene all’anima e al cuore. Intraprendere questo viaggio è un avventura meravigliosa che ti porta in mondi inesplorati, esistenti o di fantasia, stando seduti dietro una scrivania. Qualunque genere scrivete, senza timori, scrivete per voi stessi e piacerete agli altri. Nel mio piccolo posso dire questo, che è semplicemente il mio pensiero, augurando grandi soddisfazioni per chi intraprende questa bellissima avventura.
Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro? Credi che il futuro possa avere un cuore antico?
Il passato è ciò che oggi siamo e senza il passato non ci sarebbe storia. Che sia stato positivo o negativo, felice o a tratti doloroso è stato il nostro più grande maestro di vita. Ogni suo insegnamento ci farà da faro verso il futuro. Credo fermamente che il cuore del nostro futuro ha origine antichissime. Senza il passato non può esistere il futuro, non avrebbe di che nutrirsi.
Un tuo sogno nel cassetto è…?
Il mio sogno più grande non potrà mai realizzarsi a pieno. Riguarda mia figlia, ma mi piace sognare che avremo un tempo infinito di serenità. Un sogno realizzabile è quello di donare alla ricerca sulle malattie genetiche a Telethon. Spero di farlo entro dicembre di quest’anno.
Come immagini il futuro? Sapresti darci tre idee che secondo te guideranno i prossimi anni?
Preferisco non pensare troppo in lungo. Il tempo che passa mi spaventa sempre un po’, vivo intensamente ogni attimo della vita vivendo di tutti i suoi colori. È difficile con i tempi che corrono dare tre idee, posso dire ciò che desidererei io. Ecco, mi piacerebbe che a guidare i prossimi anni sia la pace, l’inclusione, la cultura, che raccoglie molto altro. Questo basterebbe per avere anni sereni. Sembrano idee scontate ma, se ci guardiamo intorno, non è che i nostri giorni trabocchino di questi elementi