Sul lungomare di Lido di Lavinio serve una pista ciclabile
Sono passati 5 anni dal termine dei lavori sul lungomare Enea di Lido di Lavinio, con la realizzazione dei marciapiedi e la nuova viabilità a senso unico, che ha permesso il raddoppio dei parcheggi.
E’ tempo, quindi, di fare un bilancio di queste innovazioni, e comprenderne i pro e i contro: apparentemente nuovi parcheggi per le automobili sembrano essere una cosa positiva, tanto più che il traffico, nonostante il senso unico, non è arrivato a livelli impossibili.
In ogni caso è stata un’occasione perduta: il lungomare di Lido di Lavinio oramai è una specie di parcheggio per le auto, con un effetto estetico tipo strada di borgata romana.
Si è persa un’occasione per fare piste ciclabili e incentivare questo tipo di mobilità, che oramai ha preso piede anche in inverno nelle fredde città del Nord Europa, dove si arriva a diversi gradi sotto lo zero, per non parlare delle città del Nord Italia.
E invece sul lungomare di Lido di Lavinio, dove si va normalmente in estate, con una temperatura di almeno 30 gradi, con pochi km da fare, se non poche centinaia di metri, si è preferito assecondare ancora una volta gli automobilisti, con parcheggi da ambedue i lati della strada, che tolgono spazio ad ogni altra attività e disincentivano l’utilizzo della bicicletta e una sana corsa per tenersi in forma.
Infatti lo spazio per percorrere la strada in bicicletta è ristrettissimo, con auto, furgoni e camion che sfiorano il povero ciclista, ma anche per chi ama correre la mattina, dato che non esiste una pista ciclabile, cosa incredibile in una città a vocazione turistica balneare dove la macchina dovrebbe essere bandita.
La conclusione è che sarebbe stato molto meglio fare una pista ciclabile in luogo della seconda fila di parcheggi, come in tutte le città civili, tanto più una piccola città a vocazione balneare, dove normalmente si sta all’aria aperta e si dovrebbe cogliere l’occasione per andare a piedi o in bicicletta, anche per fare attività fisica.