BOMBINO A VILLA ADA FESTIVAL 

BOMBINO A VILLA ADA FESTIVAL 

DOMENICA 28 LUGLIO Incoronato dal New York Times Bombino “Il sultano delle sei corde”, la stella del desert blues arriva nella Capitale

Sembra un film la vita di Goumour Almoctar, in arte Bombino.

Originario del Niger e cresciuto alle porte del Sahara, nella tribù Tuareg Ifoghas di Agadez che lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo, oggi è la stella del desert blues. 

Definito dal New York Times “il sultano delle sei corde” e incoronato da Noisey “il più grande chitarrista al mondo”, l’artista sale sul palco di Villa Ada domenica 28 luglio con la sua miscela di suoni che passa con abilità dal folk al rock attraversando il blues e il sottogenere “tuareggae” (un’unione tra blues e rock Tuareg con lo stile reggae) di cui è pioniere e precursore.

Il suo ultimo album “Sahel“, uscito l’anno scorso per Partisan Records, è senza dubbio il suo lavoro più personale, potente e politico e arriva 5 anni dopo “Deran” (2018) che lo ha reso il primo artista nigerino nominato ai Grammy.

Con “Sahel” – che prende il nome dalla vasta regione africana che si estende dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso – Bombino ha lavorato a stretto contatto con il produttore gallese David Wrench(David Byrne, Frank Ocean, Caribou, Goldfrapp, The xx), realizzando probabilmente il suo disco più vario dal punto di vista sonoro, capace di rispecchiare il complesso mosaico di culture e persone che compongono il Sahel stesso.

Apprezzato in tutto il mondo, Bombino ha collaborato con numerosi artisti e ammiratori come Stevie Wonder, Keith Richards, Robert Plant, elogiato da Pitchfork come “autentico e ambizioso.”

È nato e cresciuto in Niger, nella città di Agadez, e fa parte della tribù tuareg, una popolazione nomade che discende dai Berberi del Nordafrica e da secoli combatte contro il colonialismo e l’imposizione delle rigide regole islamiche. Costretto più volte alla fuga per via dei difficili equilibri politici, durante uno di questi esili alcuni parenti in visita dalle prime linee della ribellione lasciano una chitarra e Bombino inizia a capire come suonarla. Si guadagna così il soprannome di Bombino, una lieve storpiatura della parola italiana “bambino”.

Si appassiona ai video di Jimi Hendrix e Mark Knopfler e tra genio e fortuna la sua vita prende una piega sorprendente grazie a incontri inaspettati, come quello con il regista Ron Wyman, in Niger per girare un documentario sulle tribù Tuareg. Sarà lui a produrre nel 2009 il suo album d’esordio e a dare vita a una straordinaria avventura artistica.

Dopo la data romana a Villa Ada Festival, il tour estivo di Bombino arriverà il 29 luglio al Mundus Festival di Reggio Emilia, il 30 al Festival delle Musiche a Foiano della Chiana (AR), il 2 agosto al Messapia Summer Festival a Muro Leccese (LE), il 4 al Musica Strada Festival Chianni (PS), il 5 all’Accadia Blues Festival (FG) e ancora il 6 settembre all’Ethnos Festival Napoli, il 10 nel giardino di Triennale Estate a Milano, il 13, 14 e 15 all’Umbria Jazz Weekend. Al via invece dal 20 settembre alcune date in Spagna, la prima al Mercat de Musica Viva de Vic e la seconda, il 21, al Boreal Festival di Tenerife. A ottobre, il 13, un’altra tappa italiana al Teatro Borsoni di Brescia e poi a Novembre, il 12, ancora al Villanos del Jazz a Madrid e il 13 al Millenni Festival a Barcellona.

Il costo del biglietto è di 23 euro con i diritti di prevendita.

Bombino (c) Ron Wyman

Redazione

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