Il derby Roma-Lazio: una tradizione che segna il cuore della capitale.

Il derby Roma-Lazio è uno degli incontri più attesi e appassionati del calcio italiano, un evento che va oltre la semplice sfida sportiva. La rivalità tra le due squadre della Capitale affonda le sue radici in una storia lunga ormai quasi un secolo, che racconta di passione, orgoglio e, talvolta, conflitti tra due fazioni distinte di tifosi, unite da un amore profondo per la città di Roma.
La storia di questo derby comincia nel 1929, quando la SS Lazio, fondata nel 1900, e l’AS Roma, nata nel 1927, si trovano per la prima volta di fronte in una partita ufficiale. Da quel momento, la sfida tra le due compagini diventa una delle rivalità più accese e sentite nel calcio italiano. “Laziali” e “romanisti” portano con sé un’eredità di divergenze sociali, culturali e politiche che si riflettono sul campo e nelle strade della Capitale.
Per i cittadini di Roma e del Lazio il derby non è solo una partita, ma un “rito di passaggio” che segna l’identità di chi cresce nella città. Ogni quartiere, quasi ogni famiglia, si divide tra i colori giallorossi della Roma e quelli biancocelesti della Lazio. La partita è un’occasione per esprimere orgoglio, sostenere la propria squadra e, a volte, sfogare le frustrazioni che, al di là del calcio, sono legate alla vita quotidiana in una città che vive tra la grandezza della sua storia e le sfide della modernità.
Il derby è anche un simbolo di lotta tra la tradizione e le innovazioni della storia. Col tempo ed il procedere della modernità, le differenze sociali e culturali di tali tifoserie si sono ovviamente appiattite e sfumate fino a non essere quasi più riconoscibili. Resta il fatto che questa partita è, per chi vive la città, molto di più di un incontro sportivo: è un appuntamento che accende le strade, i bar, le piazze e, ovviamente, lo stadio, dove l’atmosfera è elettrica, l’adrenalina palpabile.
Roma-Lazio è un fatto che segna il cuore della Città Eterna e che si rinnova ogni anno, mantenendo viva una rivalità che, nella sua straordinaria intensità, contribuisce a rendere unica la storia e la cultura sportiva di Roma.
Abbiamo avuto il piacere di dialogare con Alberto Raffaelli, scrittore, appassionato di sport e cultura, nonché ideatore della community social “Segnalazioni letterarie” (https://www.facebook.com/groups/segnalazioniletterarie/?ref=bookmarks), per esplorare l’importanza di questo derby.
Con un occhio attento alla storia e alle dinamiche sociali che lo accompagnano, Alberto ci offre una riflessione profonda su come questa partita trascenda il campo da gioco, diventando simbolo di identità, appartenenza e passione. Un’occasione per scoprire anche i libri che hanno cercato di raccontare ed immortalare questa storica sfida tra Lazio e Roma.
Ilaria Solazzo: Buongiorno Alberto, è un piacere avere la possibilità di intervistarti. Oggi parliamo di un argomento che scalda il cuore di milioni di tifosi: il derby della capitale. In qualità di uomo di cultura, ma anche di tifoso, come interpreti l’importanza di questa partita non solo sul piano sportivo, ma anche sociale in senso lato?
Alberto Raffaelli: Buongiorno Ilaria, è un piacere anche per me. Il derby di Roma è una delle partite più sentite al mondo, non solo per la passione che coinvolge i tifosi, ma anche per le sue radici storiche e collettive. Roma è una città divisa e le due squadre incarnano molto di più di una semplice contesa sportiva: sono l’espressione di una rivalità che affonda nelle tradizioni, nella politica, negli avvenimenti passati. Il derby non è solo calcio, è un rituale che racconta la città stessa, con tutte le sue contraddizioni.
I. Solazzo: Parlando di questa rivalità, negli anni sono stati pubblicati numerosi libri che hanno cercato di raccontarla. Quale quello che ti ha maggiormente colpito?
A. Raffaelli: I libri sul derby di Roma sono tantissimi e variegati. Ciascuno coglie un aspetto diverso della contesa. Volendone citare uno per tutti, uscito abbastanza di recente, “Il grande libro del derby di Roma” firmato di Fabio Argentini e Luigi Panella (Ultra Editore, 2021), che mi fu regalato tempo addietro… narra oltre novant’anni di battaglie tra Roma e Lazio. Una storia incredibile che si dipana attraverso immagini di straordinaria suggestione, raccontando ogni dettaglio della sfida: l’evoluzione delle maglie, l’epica di due grandi tifoserie, con il loro modo di partecipare diverso in tutto e per tutto, fino ai simboli delle squadre, l’aquila e la lupa, così lontani nella rispettiva maestosità. Trecento pagine di racconti, aneddoti, storie: un’esperienza inedita, un viaggio irripetibile verso il cuore della Capitale. Rimasi piacevolmente colpito dalla prefazione, che portava la firma di due super campioni del calcio internazionale come Alessandro Nesta e Francesco Totti. Ma ovviamente vi è una pletora di proposte editoriali – spesso segnate dalla passione tifosa – che continuano a riempire librerie ed edicole.
I. Solazzo: Tra esse, ce ne vuoi elencare qualcuna, magari di impianto più generale rispetto a una focalizzazione incentrata sul derby?
A. Raffaelli: “Il grande romanzo della Roma” di Tonino Cagnucci (con prefazione di Valeria Mastandrea) è una delle tante strenne che ripercorrono quella che è una vera e propria epopea, dalle origini popolari e testaccine al mondo tecnoliquido di oggi, passando per drammi sportivi ed esaltazioni collettive che hanno talvolta suscitato paragoni persino con i trionfi dell’Antica Roma. Tra le testimonianze di prima mano consiglio poi le “Avventure di un cronista romanista” di Piero Torri, anima visceralmente giallorossa e tuttora seguitissima presenza in note emittenti locali romane.Sull’altra sponda il carisma degli avvenimenti e di chi li racconta non è minore. Un volume recente è “La storia della Lazio” di Luigi Salomone, che ripercorre gli ormai 125 anni di vicende biancazzurre. Si può segnalare anche “C’era un ragazzo che come me… amava la Lazio e Long John” di Guido De Angelis, tra i massimi esperti in materia di lazialità. In questo genere di pubblicazioni il calcio, con i suoi aspetti tecnici e i suoi protagonisti, s’intreccia alla storia recente della città, con implicazioni cronachistiche, sociologiche, talvolta perfino economiche e via discorrendo…
I. Solazzo: È interessante come il derby venga raccontato sotto molteplici punti di vista. Tu come vedi il fatto che molte personalità di spessore vi abbiano dedicato tanti scritti, e anche opere?
A. Raffaelli: Gli uomini di cultura cercano sempre di raccontare storie legate all’identità di ciò che li circonda: questo ha particolare risonanza in una realtà da sempre composita e stratificata come Roma. Il calcio diviene un simbolo di tensioni ed aspirazioni che accomunano tutte le componenti sociali della città. Per questo, chi scrive in ambito capitolino prende spesso lo sport e la lotta tra Lazio e Roma come uno specchio di realtà più complesse: quelle dei legami, delle appartenenze e delle divisioni. Per un uomo come me nato e cresciuto nella Città Eterna, e tanti miei colleghi che con la scrittura in vari modi ci lavorano, il derby di Roma è un argomento che non si può ignorare. È una metafora di come viviamo in una città dove tutto è stratificazione e contrapposizione, ma anche di un’unità che si costruisce attraverso la rivalità.
I. Solazzo: Dunque è proprio questo binomio che rende il derby così affascinante e fonte di ispirazione, sia per chi lo vive direttamente che per chi lo racconta. Quale pensi che sia il futuro di questa partita, soprattutto alla luce dei cambiamenti che stanno interessando il calcio italiano e la società in generale?
A. Raffaelli: Il futuro del derby è inevitabilmente legato all’evoluzione del calcio, ma credo che il cuore di questa rivalità rimarrà immutato. I tifosi sono sempre più attenti alle questioni sociali, politiche ed economiche, e Roma-Lazio non è mai stato solo sport. Anche con l’avvento di nuovi stadi, nuove tecnologie e l’internazionalizzazione del football, la passione romana per questa partita sarà sempre lì. Anzi, in un certo senso, potrebbe diventare ancora più un simbolo di resistenza alla globalizzazione del calcio stesso. Nonostante tutto, il derby di Roma continua ad essere un fenomeno che racconta la città, e finché ci saranno romanisti e laziali, ci sarà un “derby”.
I. Solazzo: Quindi, in sostanza, il derby rappresenta non solo una partita, ma una vera e propria tradizione, che racconta le sfide più profonde della nostra società contemporanea?
A. Raffaelli: Esattamente. Non è solo un incontro sportivo: è un atto simbolico. La sfida tra due visioni della città, tra due modi di vivere la passione. E anche se il calcio cambia, la storia e la cultura di Roma rimarranno sempre le stesse. Ogni derby è un capitolo nuovo di una storia che dura da secoli. Ed è questa la bellezza di una rivalità che, nonostante tutto, non smetterà mai di emozionare.
I. Solazzo: Grazie mille, Alberto, per aver condiviso con noi il tuo punto di vista e per aver approfondito un tema così affascinante.
A. Raffaelli: Grazie a te, Voi, è stato un piacere parlare di una passione che è davvero unica al mondo.