Cosa provoca anoressia e bulimia, e come affrontare i due disturbi.
L’avvento dei social network, con i nuovi stereotipi di bellezza, l’isolamento e lo stress da lockdown causati dalla Pandemia globale da Coronavirus, sono solo due degli innumerevoli fattori che causano problematiche a livello psicologico e, di conseguenza, alimentare. La famiglia dei disturbi alimentari, già piuttosto grande negli scorsi decenni, sta ingrandendosi sempre di più, con nuove forme accertate, come lo snacking notturno, piuttosto che il grignotage. Purtroppo, però, le due patologie più diffuse, specialmente tra i giovani e i giovanissimi, con casi in aumento prima dei 14 anni anche tra i maschi, sono sempre loro: anoressia e bulimia. Due forme di scompenso alimentare così simili e diverse allo stesso tempo, che possono essere affrontate e vinte se prese in tempo e se ci si rivolge subito a un esperto.
Quali differenze ci sono tra anoressia e bulimia?
Come detto, si tratta in entrambi i casi di due disturbi alimentari piuttosto gravi e diffusi, specie tra individui di sesso femminile, che nascondono in sé alcune differenze fondamentali, che aiutano a riconoscerle in fase di diagnosi. Solitamente l’anoressia si manifesta con l’assunzione progressivamente inferiore di alimenti, grazie anche alla sensazione di rifiuto che si crea verso il cibo, oppure con abbuffate incontrollate seguite immediatamente dall’eliminazione del cibo assunto tramite vomito indotto, l’uso di medicinali che inducano l’evacuazione (lassativi, diuretici e simili) o l’attività fisica a livelli estremi per perdere peso. La bulimia, invece, si presenta sottoforma di assunzione nervosa e compulsiva di enormi quantità di cibo, spesso per migliaia di chilocalorie in pochi minuti od ore, dovuta alla sensazione di non poter in alcun modo evitare o smettere di ingerire alimenti. Il tutto rigorosamente di nascosto. In questo caso, dopo l’abbuffata, il paziente affetto da comportamenti bulimici tende a infliggersi delle punizioni, magari procurandosi il vomito o assumendo medicinali che facilitino l’evacuazione. La differenza tra una persona anoressica e una bulimica sta nel fatto che la prima sarà sempre gravemente sottopeso, mentre l’altra può essere sotto il proprio peso forma, ma potrà anche essere normopeso o sovrappeso.
Cosa provoca anoressia e bulimia?
Non ci sono solo differenze tra i due disturbi alimentari, ma anche qualche punto in comune. Oltre all’induzione del vomito e l’assunzione di medicinali per cercare di eliminare il cibo assunto, poco nel primo caso, tanto nel secondo, ci sono anche le cause alla base delle due patologie. La persona anoressica o bulimica, per esempio, è sempre ossessionata dal cibo a causa di un forte stress emotivo, spesso dovuto all’immagine distorta che si ha del proprio fisico, magari causata da fattori esterni, come giudizi di terze persone. Non si ha l’accettazione del proprio corpo, ci si vede sempre troppo grassi e mai come davvero si vorrebbe essere, nonostante, magari, si sia sottopeso o normopeso. Capita anche che alcuni pazienti, che hanno avuto problemi di anoressia, siano incapaci di mantenere il proprio peso entro una certa soglia e scivolino verso problemi di bulimia o viceversa.
Come si affrontano?
La miglior medicina per curare questi due disturbi alimentari è la parola. Se si riesce a far parlare per tempo la persona colpita da anoressia o bulimia, si è già fatto un gran passo avanti. Perché, oltre a dover prendersi cura del corpo, bisogna innanzitutto curare la mente del paziente. Ecco perché rivolgersi a uno psicologo specializzato in disturbi alimentari a Roma o nella propria città è sempre la scelta migliore. Questo perché l’esperto riesce a scavare nella psiche della persona in cura fino a trovare le reali cause che hanno portato al problema, curandolo alla radice e riportando il paziente sulla via della guarigione psichica, cui seguirà quella fisica dopo le adeguate