Lo specchietto per le allodole
Foto Vanity Fair.
Faccia pulita, spesso sorridente, giovane, donna, femminista, dal linguaggio sobrio e dai toni pacati.
Sinonimo di un ritrovato amore per il popolo e per i suoi diritti?
Di discorsi volti finalmente a evidenziare solo i problemi delle persone e le possibili soluzioni, o ancora rivolti, come sempre, a dinamiche interne di partito, alle potenziali alleanze, o a fantomatiche battaglie valoriali che si perdono nel nulla?
Sinonimo di estrema sensibilità verso le tematiche ambientali, tanto da compiere ogni sforzo possibile per favorire la transazione energetica, anche a costo di andare contro lobby potentissime come quella del petrolio?
Di lotta alle diseguaglianze?
Di lotta ai privilegi della politica?
Di non utilizzo della politica come modo per arricchirsi, e, anzi, essere disposti a farla per un tempo limitato solo come servizio alla comunità?
Di non voto contro provvedimenti atti a salvaguardare gli ultimi, come il reddito di cittadinanza, soltanto perché a proporlo è una forza politica a te avversa?
Sinonimo della convinzione che la politica si fa per migliorare la vita delle persone, e che quindi, ogni tanto, chiedere la loro opinione sarebbe più che mai corretto?
Di un’anima pacifista, che spinga sempre per un negoziato di pace, senza essere complice, indirettamente o meno, della morte di esseri umani favorendo l’industria della armi?
Come può una persona, fare la differenza, se decide di appartenere a una realtà che ha agito nel perfetto contrario rispetto agli interrogativi sopra elencati?
Solo un’ultra faccia temo.
Un’altra passata di vernice, sopra un muro pieno di umidità e crepe.