Aurora Cecchini e il successo di “Lina”, romanzo d’altri tempi
Aurora Cecchini, autrice di grande esperienza e amante del noir e del mistero, si è aggiudicata il secondo posto alla quinta edizione del concorso Una storia per il Cinema con il suo romanzo Lina. Cecchini, nata a Faleria nel 1963, ha una lunga carriera letteraria che spazia dal romanzo al saggio, dalla poesia alla narrativa breve. Il suo racconto, ambientato nell’Italia del 1929, si muove tra le mura di un orfanotrofio vicino Roma e segue la storia di Lina, una giovane orfana che, attraverso una serie di eventi tragici, diventa il mezzo inconsapevole di una verità più grande. Il suo risultato al concorso segnerà un nuovo passo nella sua carriera, con Lina che verrà trasformato in un audiolibro, permettendo a un pubblico ancora più ampio di apprezzare il suo lavoro. L’abbiamo intervistata:
Aurora, complimenti per il tuo successo! Come ti senti sapendo che Lina diventerà un audiolibro? Cosa significa per te questa nuova dimensione per il tuo racconto?
Innanzitutto, grazie a lei per l’intervista e grazie agli organizzatori, nonché alla giuria del concorso, per avermi dato questa possibilità. Ho partecipato senza nessuna aspettativa, con il solo scopo di far conoscere la storia di Lina. Sono ancora emozionata per essere salita sul podio. Sapere che il romanzo possa valicare ostacoli o impedimenti alla lettura, e possa essere conosciuto anche da persone che altrimenti non avrebbero la possibilità di leggerlo, mi fa provare una gioia sconfinata. Proprio io che sono una persona, prima che scrittrice, estremamente sensibile all’inclusione, provo felicità al pensiero di condividere la storia con un pubblico più vasto. La voce, come solo essa sa fare, è in grado di far volare le parole in cieli più alti di quelli che conosciamo. Inoltre, e questo è provato anche a livello pedagogico, la lettura ad alta voce arricchisce il lessico e aiuta a elaborare le emozioni. Ecco perché è importante, per esempio, leggere le fiabe alle bambine e ai bambini. Quindi, per tornare alla domanda, mi fa felice.
Hai una carriera molto ricca e variegata. Quali aspetti del noir e del mistero ti attraggono maggiormente e come li hai incorporati in Lina?
La suspence è l’elemento che mi attira e mi affascina da sempre. Quell’attesa che ti tiene in sospensione sull’incognito, come una fune su cui cammina il funambolo. Che ti fa bramare il passo successivo ma, allo stesso tempo, ti terrorizza col pensiero di cadere nel vuoto. Che ti stringe lo stomaco fino a farti mancare il fiato e, quando sei allo stremo, ti rivela la verità.
Lina è ambientato in un orfanotrofio nell’Italia del 1929. Cosa ti ha spinto a scegliere questo contesto storico e quali sfide hai affrontato nel descrivere quell’epoca?
La mia memoria è colma di racconti. Sono sempre stata curiosa e attenta all’ascolto. Inoltre, amo le atmosfere passate, anche quelle che non ho vissuto per un fatto anagrafico. Anzi, direi soprattutto quelle. Per scrivere la storia di Lina ho attinto dalla mia esperienza personale, come dovrebbe fare la narrativa, di figlia e di nipote, e dalla storia italiana. Di un paese che era appena uscito dalla Prima guerra mondiale, un fatto disastroso. Il dolore ha strati immensi e io volevo scoprire cosa ci potesse essere sotto uno di essi.
Le tue fonti di ispirazione includono autori come Hitchcock, Poe e King, oltre alla psicanalisi di Freud. In che modo questi influenze si riflettono nella tua scrittura, in particolare in Lina?
La psicoanalisi, come la psicologia, serve a delineare i personaggi come fossero reali. Gli autori che lei ha menzionato rappresentano per me una fonte di inesauribile ispirazione e sono maestri in questo. Io cerco di imparare da chi sa più di me.
Dopo il successo di Una storia per il Cinema, hai altri progetti in cantiere? Ti piacerebbe esplorare nuovi generi o formati, magari proprio con un altro audiolibro?
Sto lavorando a un nuovo romanzo. Sto ancora all’inizio e non so dove mi porterà la storia. Mi piacerebbe anche scrivere per il teatro, ci sto provando a piccoli passi. Mi lascerò trasportare dall’entusiasmo di Lina. Prima di chiudere vorrei incoraggiare le autrici e gli autori che parteciperanno alla nuova edizione del concorso, appena iniziata, e augurare loro di crederci sempre. Grazie ancora a lei.