Totti lascia la Roma. La conferenza è da mille titoli. Intanto il club replica
L’ex capitano e dirigente della società capitolina ha ufficializzato le proprie dimissioni date questa mattina a Fienga. Tanti i sassolini dalla scarpa che Totti si è tolto davanti ad una platea numerosissima di giornalisti, per quello che non è un addio ma un arrivederci. Il club non ha fatto attendere la risposta, arrivata sul proprio sito attraverso un comunicato.
Provateci voi.
Provate a dare il titolo a questo articolo, dopo aver riascoltato passo passo la conferenza stampa di Francesco Totti, tenutasi oggi alle 14:00 presso la Sala d’Onore del CONI.
Non è assolutamente facile scegliere una delle almeno quaranta frasi da prima pagina enunciate dall’ex capitano della Roma.
Anzi, anche ex dirigente ormai. Già, dopo 30 anni d’amore anche una storia apparentemente infinita ha avuto termine, in maniera più che burrascosa.
Va detto che l’incontro con la stampa, oggi rappresentata da centinaia di giornalisti nazionali e non, rimarrà a lungo negli annali del giornalismo e del calcio. Questo perché Totti non ha semplicemente annunciato le sue dimissioni, ma ha risposto per lunghi 85 minuti a tutte le domande che gli sono state poste a seguito del suo cappello introduttivo, che già sarebbe bastato per concludere la conferenza: “Ringrazio il presidente Malagò per avermi dato questa possibilità in questo posto bellissimo e importante per gli sportivi. La comunicazione è meno bella rispetto al posto. Alle 12.41 del 17 giugno 2019 ho mandato una email al CEO della Roma, dove ho scritto un po’ di parole e frasi per me impensabili ed inimmaginabili. Ho rassegnato le mie dimissioni dall’AS Roma. Speravo che questo giorno non ci fosse stato, ma è arrivato. Per me è un giorno brutto e pesante, ma viste le condizioni è stato doveroso e giusto prendere una decisione così brusca. Non ho avuto mai la possibilità di lavorare operativamente sull’area tecnica. L’ho pensata per mesi, ma è la più coerente e giusta. Davanti a tutti deve esserci la Roma, che è la squadra da amare. Non devono esserci fazioni pro Totti, Pallotta o Baldini. L’amore nei confronti di questi colori solamente. È normale che poi i presidenti, gli allenatori ed i giocatori passano, ma le bandiere no. Questo mi ha fatto pensare tanto ed ho preso questa decisione non per colpa mia. Non so più che dirvi poi (applausi, ndr)”.
Dopodiché ecco che inizia la lunga lista di domande che, per lo più, tentavano di far sfogare Totti, specialmente riguardo i dissidi con qualcuno all’interno di Trigoria, in primis il presidente James Pallotta e il suo braccio destro Franco Baldini.
Sul consigliere ubicato a Londra, Totti ha specificato che non c’è stato e non ci sarà mai rapporto per una serie di divergenze che hanno portato i due a non parlarsi praticamente più da tempo. Tra le diverse questioni quella riguardante la scelta del nuovo tecnico giallorosso: “Mettiamo i puntini sulle i: non ho chiesto soldi, né mai di comandare tutto. Ho chiesto di dare un contributo e di metterci la faccia. Ho chiesto di decidere come decidono tutti gli altri. Ma se gli altri scelgono il direttore sportivo, l’allenatore e non mi chiamano, che direttore tecnico sono? Non sono andato a Londra perché mi hanno avvertito due giorni prima. L’allenatore era già fatto, il ds non si sa. Che vado a fare senza decidere? Su tutto quello che è stato scritto, l’unico allenatore che ho chiamato è Antonio Conte. Mihajlovic, De Zerbi, Gasperini, Gattuso e così via non li ho mai chiamati. Una persona ho chiamato: Antonio Conte, il resto tutta fantascienza. Se fanno passare che ho chiamato tutti e che mi hanno detto di no, e l’unico che non ho chiamato è Fonseca che è l’unico che ha accettato non va bene. Io per stupido non ci passo. Tutto quello che viene scritto è lo 0% di verità. Questa è la realtà”.
Tra i dirigenti risparmiati dalle critiche sono stati il CEO Guido Fienga, unico ad averci messo la faccia secondo l’ex capitano giallorosso in ogni situazione, e Mauro Baldissoni, che ha tentato di instradarlo nel nuovo ruolo dirigenziale.
Sulla vicenda Daniele De Rossi, dopo la storia delle mail lanciata da Repubblica, Totti ha voluto specificare che: “ Io mi fido al 100% di Daniele De Rossi, ci metto la mano sul fuoco che non è stato lui a dire e pensare quelle cose”.
Altro capitolo chiave è quello della mancata occasione di crescita dopo la cavalcata trionfale in Champions League della stagione 2017/18. Lì ci si aspettava un nuovo inizio per la storia della Roma, almeno all’esterno, ma l’ex capitano sapeva già che non sarebbe andata così: “Certo, dopo una semifinale di Champions, pensi che l’anno successivo dovresti andare in finale. Però vendendo giocatori… Non lancio una freccia per difendere mister Di Francesco, tutti dicono che l’ho portato io perché è un mio amico, ma non l’ho portato io, io non ho portato nessuno. L’ha scelto Monchi. Di Francesco ha chiesto 4-5 giocatori, non gliel’hanno mai presi. Non sto qui a difendere l’operato di Di Francesco, ma le cose si devono sapere. È troppo facile nascondersi. La verità dopo fa male. Non sto qui a difendere il mister, lui avrà sbagliato, ma dopo la semifinale di Champions lui ha chiesto 4-5 giocatori. Sapete quanti gliene hanno presi? Zero. Tu lo sapevi? No. Io sì. Da quest’altra parte è tutto più semplice”.
Sul proprio futuro Totti si è limitato a dire che prenderà altre strade, lontane da Roma, fintanto che questa società non vedrà un cambio di proprietà e che è pronto a tornare in caso gli venga proposto un progetto che metta nero su bianco la fiducia del club nei suoi confronti, sempre con il ruolo di direttore tecnico.
La risposta della Roma non si è fatta aspettare più di tanto. Questo il comunicato uscito sul sito del club capitolino questa sera intorno alle ore 20:00: “Il Club è estremamente amareggiato nell’apprendere che Francesco Totti ha annunciato di lasciare la Società e di non assumere la posizione di Direttore Tecnico dell’AS Roma. Gli avevamo proposto questo ruolo dopo la partenza di Monchi ed eravamo ancora in attesa di una risposta. Riteniamo che il ruolo offerto a Francesco sia uno dei più alti nei nostri quadri dirigenziali: una posizione che ovviamente richiede dedizione e impegno totali, come ci si aspetta da tutti i dirigenti all’interno del Club.
Eravamo pronti a essere pazienti con Francesco e ad aiutarlo a mettere in pratica questa trasformazione da grande calciatore a grande dirigente. Il ruolo di Direttore Tecnico è la carica in cui credevamo potesse crescere e in cui ci siamo proposti di supportarlo durante la fase di adattamento. Nonostante comprendiamo quanto sia stato difficile per lui decidere di lasciare l’AS Roma dopo trent’anni, non possiamo che rilevare come la sua percezione dei fatti e delle scelte adottate dal Club sia fantasiosa e lontana dalla realtà. Riguardo ai ripetuti riferimenti al suo possibile ritorno con l’insediamento di una nuova proprietà, in aggiunta alle informazioni raccolte da lui stesso in tutto il mondo circa soggetti interessati al Club, ci auguriamo che questa non sia un’anticipazione inopportuna di un tentativo di acquisizione: scenario che potrebbe essere molto delicato in considerazione del fatto che l’AS Roma è una società quotata in borsa. La proprietà non ha alcuna intenzione di mettere la Roma in vendita adesso o in futuro. Auguriamo a Francesco buona fortuna per quello che deciderà di fare”.
To be continued.
Ingresso di Totti alla Sala d’Onore del CONI