L’entanglement di due memorie quantistiche è possibile fino ai 50 chilometri, un record
Praticamente un record da 50 chilometri per l’entanglement quantistico, quello stabilito da un team di ricercatori in Cina.
Lo studio è stato appena pubblicato su Nature.
Una rete internet in grado di comunicare velocemente e in tutta sicurezza, basata esclusivamente sulla meccanica quantistica.
Un obiettivo, quello di una rete quantistica, che tentiamo di raggiungere ormai da anni e che oggi sembra ancora più vicino.
Secondo un nuovo studio appena pubblicato su Nature, infatti, il delicato fenomeno dell’entanglement di due memorie quantistiche è possibile fino ai 50 chilometri.
Una distanza, precisano i ricercatori dell’università di Scienza e tecnologia della Cina, molto maggiore di quanto sia stato dimostrato fino a oggi e che potrebbe tornare utile per il futuro sviluppo di una rete quantistica globale.
L’entanglement, ricordiamo, è un fenomeno quantistico che si verifica quando due particelle sono intrinsecamente connesse tra loro anche a distanza e, a ogni alterazione di stato della prima particella della coppia, corrisponde un cambiamento istantaneo di verso opposto sulla seconda.
Ed è proprio su questo fenomeno, o meglio sulla connessione di particelle entangled, che si basa la comunicazione quantistica.
Negli ultimi due decenni si sono compiuti notevoli progressi nel raggiungimento dell’entanglement, dove i fotoni entangled, appunto, sono trasmessi tra i cosiddetti nodi quantistici lungo le fibre ottiche o via satellite.
Tuttavia, poiché questo fenomeno è molto complesso e delicato, finora abbiamo osservato anche notevoli perdite di connessione, ossia un’interruzione del fenomeno quantistico, che ne ha limitato il successo.
Inoltre, l’entanglement delle memorie quantistiche, che sono l’equivalente quantico di una normale memoria del computer, utili per catturare i fotoni e amplificare il segnale per propagarlo a distanze più lunghe, è stato fino a oggi limitato a una distanza di soli 1,3 chilometri.
Nel nuovo studio il team di ricercatori, guidato da Jian-Wei Pan e Xiao-Hui Bao, è riuscito invece a dimostrare che l’entanglement tra memorie quantistiche può essere possibile fino a 50 chilometri di distanza.
Per farlo, i ricercatori hanno sfruttato un effetto quantico chiamato cavity enhancement, che riduce il rischio di perdita della connessione del fotone durante la trasmissione, per creare atomi e fotoni entangled e poi convertire il segnale in una frequenza adeguata alle telecomunicazioni.
Dai risultati, infatti, i ricercatori hanno verificato la possibilità dell’entanglement di memorie quantistiche tra due nodi collegati da un massimo di 50 chilometri di cavi ottici.
Una distanza, precisano i ricercatori, che potrebbe collegare diverse città. Rispetto a due fotoni entangled, quindi, i risultati di quest’ultimo studio dimostrano che l’entanglement atomo-fotone su una serie di nodi può essere più adatto alla trasmissione a lunga distanza dell’entanglement quantistico. (Fonte: https://www.wired.it/scienza)