Ascolti il tuo corpo?
a cura di Silvia Berni Naturopata indirizzo Psicosomatico
Secondo la Naturopatia Psicosomatica il corpo ha un suo linguaggio per comunicare con noi.
Ci “parla” attraverso sintomi, squilibri e malattie. Allergie, vertigini, cisti, stati febbrili, infiammazioni, cefalee … indicano che al nostro interno vi sono delle tensioni profonde che cercano di esprimersi. Decifrarlo e comprenderlo porta ad evitare il ritorno di qualche malessere, magari anche peggiore, ma a volte, l’unico modo per farsi sentire è proprio quello di traumi e malattie, sicuramente più persuasivi.
Questo ci insegna e ci ricorda che purtroppo solo di fronte ad una malattia, forse, ci fermiamo e proviamo a capire ed ascoltare ciò che il nostro corpo sta cercando di comunicarci.
Un disturbo è un linguaggio, un modo di pensare, uno stile esistenziale: l’asma, la colite, l’emicrania, la dermatite, un torace gonfio, rigidità posturali, indicano un vissuto emozionale, fanno parte del linguaggio che il nostro corpo usa per parlarci e per dirci che proprio lì si è creato un problema e noi dovremmo prestarci attenzione.
Quando dici “non sto più nella pelle” oppure “quella persona o quella situazione non la digerisco proprio”, stai parlando la stessa lingua del tuo corpo.
Come ci insegna la visione olistica, l’uomo va visto in tutta la sua interezza di corpo, mente ed emozioni, il tutto appartiene al tutto, niente è separato e non ci sono distinzioni tra i vari organi ed i simboli ad essi legati.
Dunque il corpo parla attraverso un linguaggio simbolico. Di conseguenza, l’alterazione dell’organo risulterà evidente in tutto l’organismo e nei comportamenti, nel linguaggio e nel modo in cui l’uomo a di stare al mondo.
Certo è più facile vedere nell’asma bronchiale solo un broncospasmo e passare subito a rimedi per ridurre lo stato infiammatorio. Eppure il respiro ci mostra quell’energia sottile che ogni inspirazione ci porta nel regno dell’aria, dove entriamo e usciamo continuamente quando espiriamo ed inspiriamo, dove in ogni momento scopriamo la nostra dipendenza dal mondo esterno. Noi cambiamo continuamente come l’aria che respiriamo!!
Chi soffre di asma, per esempio, vive nel mondo della paura che il suo spazio venga invaso, della paura di essere troppo indipendente, troppo adulto, troppo solo. L’aria trattenuta ad ogni costo come se finisse. E questo è solo un esempio e anche se il sintomo scompare, il disagio rimane dentro di noi e può ripresentarsi con lo stesso sintomo oppure aggravarsi in un ambito più profondo del corpo o ancora di più divenire un disagio psichico.
I nostri organi, dal fegato al rene, dal cuore all’intestino … si fanno carico di stati mentali che possono somatizzare, e una volta somatizzati diventano estranei alle nostre emozioni. Quando diciamo: “Ho un disturbo fisico” ci sentiamo in qualche modo rassicurati perché non dipende più da noi, ma da un’alterazione di un organo che ci è capitato. In questo modo, però, ci allontaniamo sempre più dal SENSO della malattia e cominciamo ad usare ed abusare di farmaci che, lo voglio ricordare, non sono mai senza effetti collaterali.
Trovare il senso di un disturbo, di un sintomo, di una malattia non è solo portare il nostro corpo ad auto-guarire, ma ridare senso alla nostra vita. UN PROCESSO DI GUARIGIONE È SEMPRE UN PROCESSO DI AUTOGUARIGIONE. Ciò che fa tornare sano un individuo parte sempre all’interno dell’individuo stesso.
Aristotele diceva “Medicus curat, natura sanat …”.
È la natura, la vita, che dà il là alla guarigione, nessun intervento esterno è efficace, anche se valido, se da dentro di noi non c’è un cambiamento, una trasformazione, un’evoluzione. Ricorda che il disturbo fa quello che non fai tu! È proprio grazie ai disturbi e ai loro significati infiniti che puoi ridare un senso alla tua vita e seguire la tua strada. I sintomi e la malattia, anche se creano sofferenza, sono già delle “soluzioni”, le uniche, tra l’altro, che puoi trovare.
Quello che ci permette la malattia è creare un nuovo equilibrio che ci consente di recuperare la salute. La vita non decide di punire, ma sa proporre ad ognuno, in base alle capacità, delle “prove”, e se ti capiterà una “prova” difficile è perché sa che sei capace di superarla e di imparare nuove cose su di te.
Ascoltare, comprendere e soprattutto imparare da quel messaggio per evolversi sempre di più.